D‘ANNA GIULIO
 
ARTISTA OPERE MOSTRE IN ASTA
 

Giulio D‘Anna (1908 - 1978). Giulio D’Anna, oggi unanimemente riconosciuto come una tra le voci più interessanti del Secondo Futurismo italiano, nacque il 30 agosto 1908 a Villarosa, in provincia di Enna, ma visse ed operò prevalentemente a Messina. Avendo perso il padre quando era ancora molto piccolo, nella sua vita il ruolo paterno fu sempre svolto dal fratello maggiore Giacomo, carattere forte ed autoritario, che era andato via di casa ancora ragazzino e, a prezzo di incredibili sforzi e stenti, era riuscito ad acquisire una pur modesta sicurezza economica lavorando come libraio a Palermo. Dopo la Grande Guerra, intorno alla metà degli anni Venti, Giacomo D’Anna si stabilì a Messina e portò il fratello minore a vivere con sé, facendosi affiancare nell’attività della nuova libreria che aveva aperto nella città peloritana. Per Giulio furono determinanti gli stimoli ricevuti grazie all’attività e alle frequentazioni della libreria. I rapporti del libraio con i protagonisti dell’ambiente culturale più all’avanguardia di Messina, fecero si che le capacità artistiche di Giulio fossero apprezzate da uomini del calibro di Guglielmo Jannelli, una delle menti del Futurismo messinese negli anni Dieci. Nel febbraio del 1931 la sua prima personale, allestita alla Galleria Vittorio Emanuele III, fu visitata da Filippo Tommaso Marinetti che, presente in città per una conferenza sul Futurismo, esaltò i dipinti del giovanissimo pittore. Il talento di Giulio D’Anna, unico futurista a Messina, venne riconosciuto in tempi brevi a livello nazionale, grazie al sostegno di Marinetti che lo invitò a partecipare alle maggiori esposizioni organizzate in tutta Italia. Nel 1931 è presente alle mostre di Trieste, Gorizia e Firenze, alla “Mostra di Aeropittura e di Scenografia” della Galleria Pesaro di Milano e a quella di Arte Coloniale a Roma. Il 1933 è l’anno della sua seconda personale nella hall del Grand Hotel di Messina, della partecipazione alla Mostra del Sindacato di Belle Arti, al Teatro Vittorio Emanuele, e alla “II Mostra del Sindacato Nazionale Fascista di Belle Arti” di Firenze. Nel 1934 è alla XIX Biennale di Venezia, nel 1935 alla II Quadriennale di Roma, nel 1936 a Siracusa e ancora a Venezia oltre che alla Mostra di Arte Coloniale di Parigi, dove ottiene il primo premio tra gli artisti giovani con il dipinto Lettrice futurista. Verso la fine degli anni Trenta la felice ed entusiasmante fase iniziale della sua carriera artistica, subì una battuta d’arresto. La voglia di una realtà nuova, di fare esperienze e conoscenze vivificanti, aveva spinto il giovane artista a lasciare la città per la necessità di trovare un ambiente artistico meno provinciale e più ricettivo, ma il fratello Giacomo gli impedì fermamente di allontanarsi da Messina, facendolo riportare di peso in città. Da allora la sua attività principale divenne la conduzione della libreria, così come aveva stabilito per lui il fratello che, in quegli anni, cominciava a fare le sue prime prove come editore. Giulio, però, continuò a dedicarsi alla pittura con la stessa passione e curiosità degli inizi senza più cercare l’affermazione pubblica. Saranno soprattutto gli amici residenti tra Roma e Milano, come Beniamino Joppolo, Felice Canonico, Giuseppe Mazzullo e Giuseppe Migneco, a tenere costanti contatti con Messina e la libreria e a fornirgli continui aggiornamenti e spunti per nuove sperimentazioni. Il 10 aprile del 1943 Giulio sposa Santina Cataldo, conosciuta a Partinico, da cui avrà due figlie, le gemelle Giovanna e Giuliana. Dopo la guerra Giacomo D’Anna si trasferì definitivamente in Toscana per dedicarsi alla casa editrice, lasciando il fratello a gestire il punto vendita nel Viale San Martino, compito che Giulio assolse fino alla fine degli anni Sessanta. Solo nel 1946, dopo molti anni di silenzio, torna alle manifestazioni artistiche pubbliche, in occasione della seconda mostra organizzata dal “Circolo Artistico Antonello” per il Mezzagosto messinese. Nel 1949 partecipa ad una delle più significative iniziative regionali, la mostra itinerante degli “Artisti siciliani contemporanei”, nata dalla volontà di operare uno scambio tra gli artisti locali e i rappresentanti delle ultime tendenze nazionali presenti alla Biennale veneziana. Nel 1951 è alla “I Mostra Nazionale di pittura Città di Messina” e nel 1953 alla “I Mostra Internazionale di Pittura Città di Messina”. Nel 1955 alla seconda “Mostra d’Arte Sacra” allestita dalla galleria “Il Fondaco” del libraio Antonio Saitta. Nel 1957 è presente alla mostra di pittori messinesi organizzata presso la Galleria Del Ponte di Napoli. Nel 1958 “Il Fondaco” dedica a Giulio D’Anna una personale che è il riepilogo di venticinque anni di attività pittorica. Un’altra personale al Fondaco aprirà il 1960, che si concluderà con la partecipazione alla mostra organizzata dal Banco di Sicilia nei propri saloni di Palermo. Nel 1962 una personale viene allestita nei locali della galleria del Circolo della Stampa. In questi anni, nonostante le condizioni di salute sempre più malferme per l’enfisema polmonare che lo tormentava già da tempo e che lo costringerà di lì a poco a chiudere la nota libreria sul Viale San Martino, continua alacremente a dipingere, partecipando a vari eventi espositivi cittadini. Nel 1963 espone alla “I Mostra Sindacale d’arte. Artisti messinesi” organizzata dal Sindacato Provinciale Belle Arti di Messina. Nell’agosto dello stesso anno partecipa alla collettiva di artisti messinesi, allestita dal Circolo della Stampa nella propria sede estiva dello Sporting Club di Mortelle. Negli stessi giorni inviava due dipinti alla nota rassegna d’arte contemporanea “Vita e paesaggio di Capo d’Orlando”. Nel 1965 arriva l’ambito premio della “Tavolozza d’oro”, il concorso a premi ideato nel ’56 da Antonio Saitta per promuovere i giovani artisti locali ed arrivato alla sua VII edizione. Nel 1968 partecipa alla collettiva organizzata dal Circolo artistico “Città di Messina”. Nel gennaio del 1972 viene invitato alla mostra organizzata da Giuseppe Miligi presso il Liceo Classico “G. B. Impallomeni” di Milazzo che, riunendo il meglio delle ultime due generazioni di artisti messinesi, si proponeva di creare un contatto tra i giovani studenti e l’arte contemporanea. Alla fine del 1972 il Circolo del Tennis e della Vela allestì la mostra “Omaggio a Giulio D’Anna e ai maestri della pittura contemporanei”. La produzione pittorica di D’Anna si ferma al 1975, quando l’aggravarsi delle sue condizioni di salute lo costringerà ad abbandonare qualsiasi tipo di attività. Nonostante questo le sue opere sono presenti alla prima edizione di “Mediterranea” del 1976 e, nello stesso anno, l’Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo gli dedicherà l’esposizione “Artisti celebri siciliani. Giulio D’Anna”. Il 18 novembre del 1978 muore dopo alcuni anni di grandi sofferenze. Ad un anno dalla sua morte le sue opere venivano esposte al Palazzo Municipale, dove, in occasione del “18° Premio Vann’Antò”, veniva organizzata una mostra dedicata ai pittori scomparsi. Aeropittore della seconda stagione, quella dei tempi del Manifesto della aeropittura futurista del 1931, che forse egli stesso avrebbe sottoscritto con Marinetti e con gli altri, se fosse stato a Roma, D‘Anna realizza alcune delle prove migliori di tutta l‘aeropittura, caratterizzandole con la forza del suo cromatismo tutto mediterraneo. È pittore prolifico, attento soprattutto alle cromie calde e solari con una forte preponderanza di gialli, rossi e arancioni, lucidamente e solidamente campiti in un‘impaginazione sicura, sagomata delle icone, in cui, accanto agli elementi aeropittorici noti, che ne fanno uno dei più significativi aeropittori di tutto il movimento, un aeropittore che guarda soprattutto al fascino dell‘oggetto-aereo, si consolida la suggestione sensuale, ma talvolta anche ironica, del fascino femminile, delineato con grazia erotica e lirismo, inquadrato in un altrettanto delicato paesaggio fatto di casette e colline verdi naïf , con efficaci scelte tonali e con qualche piacevole ammiccamento a Fillia, ma anche agli esempi della migliore cartellonistica pubblicitaria coeva, interpretata in chiave pittorica. Da segnalare di D‘Anna tra i nuovi ritrovamenti una versione di Luci sullo stretto diversa a quella nota del 1931, Luci d‘artificio sullo stretto , molto più sicura questa recente e più solidamente futurista nella forza geometrica del gioco delle linee, che attraversano la tela dipartendosi dal faro e resecandola con fasci di luce che tagliano e riempiono lo spazio marino: certamente una delle sue più riuscite prove futuriste».

 
 
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