KAHLO FRIDA
 
ARTISTA OPERE MOSTRE IN ASTA
 

Frida Kahlo, il cui nome completo era Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón (Coyoacán, 6 luglio 1907 – Coyoacán, 13 luglio 1954), è stata una pittrice messicana.La vita [modifica] Frida Kahlo era figlia di Carl Wilhelm Kahlo (1871–1941), tedesco, nato a Pforzheim ed emigrato in Messico all‘età di 19 anni, e della sua seconda moglie, Matilde Calderón y Gonzalez. Benché la stessa Frida Kahlo sostenesse che suo padre fosse di origine ebreo-ungherese,[1] un gruppo di ricercatori ha stabilito che i genitori di Wilhelm Kahlo, Jakob Heinrich Kahlo e Henriette Kaufmann, non erano ebrei bensì tedeschi luterani.[2] Fu una pittrice dalla vita quanto mai travagliata. Sosteneva di essere nata nel 1910, poiché si sentiva profondamente figlia della rivoluzione messicana di quell‘anno e del Messico moderno. La sua attività artistica ha avuto di recente una rivalutazione, in particolare in Europa con l‘allestimento di numerose mostre. Affetta da spina bifida, che i genitori e le persone intorno a lei scambiarono per poliomielite (ne era affetta anche sua sorella minore), fin dall‘adolescenza manifestò talento artistico e uno spirito indipendente e passionale, riluttante verso ogni convenzione sociale. A 17 anni rimase vittima di un incidente stradale tra un autobus su cui viaggiava e un tram, a causa del quale riportò gravi fratture tra cui 2 alle vertebre lombari, 5 al bacino, 11 al piede destro e la lussazione del gomito sinistro, inoltre un corrimano dell‘autobus si staccò, le trafisse il fianco e uscì dalla vagina. Ciò la segnerà a vita costringendola a numerose operazioni chirurgiche. Dimessa dall‘ospedale, fu costretta ad anni di riposo nel suo letto di casa col busto ingessato. Questa forzata situazione la spinse a leggere libri sul movimento comunista e a dipingere. Il suo primo soggetto fu un suo autoritratto che in seguito diede in dono al ragazzo di cui era innamorata. Da ciò la scelta dei genitori di regalarle un letto a baldacchino con uno specchio sul soffitto, in modo tale che potesse vedersi, e dei colori; cosicché iniziò la serie di autoritratti. Dopo che le fu rimosso il gesso riuscì a recuperare la capacità di camminare, sebbene non senza dolori, che sopporterà a vita. Portò i suoi dipinti a Diego Rivera, illustre pittore murale dell‘epoca, per avere una sua critica. Rivera rimase colpito dallo stile moderno della giovane artista tanto che la trasse sotto la sua ala e la inserì nella scena politica e culturale messicana. Divenne un‘attivista del partito comunista messicano cui si iscrisse nel 1928, partecipò a numerose manifestazioni e nel frattempo si innamorò di colui che era stata la sua "guida". Infatti nel 1929 il 21 agosto sposò Rivera, che era al suo terzo matrimonio, pur sapendo dei continui tradimenti a cui andava incontro. Dopo anni di dolori coniugali, prese a fare lo stesso, anche con esperienze omosessuali. In quegli anni al marito Rivera furono commissionati alcuni lavori negli USA, come il muro all‘interno del Rockefeller Center di New York, o gli affreschi per la fiera internazionale di Chicago. A seguito dello scalpore suscitato dall‘affresco nel Rockefeller Center, in cui un operaio era chiaramente raffigurato col volto di Lenin, gli furono revocate tali commissioni. Nello stesso periodo di soggiorno a New York la Kahlo rimase incinta, per poi avere un aborto spontaneo a gravidanza inoltrata a causa dell‘inadeguatezza del suo fisico a sopportare una gestazione. Ciò, ovviamente, la scosse molto. Quindi decise di tornare in Messico col marito. I due decisero di vivere in due case separate collegate, però, da un ponte, in modo da avere ognuno i propri spazi "da artista". Nel 1939 però, i due divorziarono a causa del tradimento di Rivera con Cristina Kahlo, la sorella di Frida. Rivera tornò da Frida un anno dopo, difatto non l‘aveva mai dimenticata e, malgrado i tradimenti, mai aveva smesso di amarla. Le fece una nuova proposta di matrimonio che lei accettò non senza qualche riserva. Si risposarono nel 1940 a San Francisco. Da lui aveva assimilato uno stile volutamente naïf che la portò a dipingere in particolare piccoli autoritratti ispirati all‘arte popolare e alle tradizioni precolombiane. La sua chiara intenzione era, ricorrendo a soggetti tratti dalle civiltà native, affermare in maniera inequivocabile la propria identità messicana. Il suo cruccio maggiore fu quello di non aver avuto figli. La sua appassionata (e all‘epoca discussa) storia d‘amore con Rivera è raccontata in un suo diario. Ebbe - dicono le cronache - numerosi amanti, di ambo i sessi, con nomi che, neanche all‘epoca, potevano passare inosservati come quelli del rivoluzionario russo Lev Trotsky e del poeta André Breton. Fu amica e probabilmente amante di Tina Modotti, militante comunista e fotografa nel Messico degli anni Venti[senza fonte]. Pochi anni prima della sua morte le venne amputata la gamba destra, in evidente stato di cancrena. Le ultime parole che scrisse nel suo diario sono "Attendo con gioia la mia dipartita. E spero di non tornare mai più." Caratteristiche artistiche [modifica] Il regalo del letto a baldacchino con annessa installazione di uno specchio durante il suo prolungato immobilismo, ebbero inizialmente per Frida un effetto sconvolgente e la portarono al ricorrente tema dell‘autoritratto. Il primo che dipinse fu per il suo amore adolescenziale, Alejandro. Nei suoi ritratti raffigurò molto spesso gli aspetti drammatici della sua vita, il maggiore dei quali fu il grave incidente di cui rimase vittima nel 1925 mentre viaggiava su un autobus. I postumi di quell‘incidente (un palo le perforò il bacino e a causa delle ferite sarà sottoposta nel corso degli anni a trentadue interventi chirurgici) condizioneranno la sua salute (ma non la sua tensione morale) per tutta la vita. Il rapporto ossessivo con il suo corpo martoriato caratterizza uno degli aspetti fondamentali della sua arte: crea visioni del corpo femminile non più distorto da uno sguardo maschile. Allo stesso tempo coglie l‘occasione di difendere il suo popolo attraverso gli autoritratti, facendovi confluire quel folclore messicano e quell‘autobiografismo utopico che li rende originali rispetto alla canonica pittura di storia. Sotto questo aspetto, forte (ma non privo talvolta di un certo humour) risulta nei suoi quadri l‘impatto di elementi fantastici accostati a oggetti in apparenza incongruenti. Si tratta di quadri di piccole dimensioni (Frida predilige il formato 30 x 37 cm) dove si ritrae con una colonna romana fratturata al posto della spina dorsale o circondata dalle scimmie che cura come figlie nella sua Casa Azul. Tre importanti esposizioni le furono dedicate nel 1938 a New York, l‘anno successivo a Parigi e nel 1953, un anno prima della morte, a Città del Messico. Nella sua casa di Coyoacán, la "Casa Azul", sorge oggi il Museo Frida Kahlo. Il rapporto con il Surrealismo [modifica] A partire dal 1938 la pittura si intensifica: i suoi dipinti non si limitano più alla semplice descrizione degli ‘incidenti’ della sua vita, parlano del suo stato interiore e del suo modo di percepire la relazione con il mondo e quasi tutti includono tra i soggetti un bambino, sua personificazione. Nel 1938 il poeta e saggista surrealista André Breton vide per la prima volta il suo lavoro: ne rimase talmente stregato da proporle una mostra a Parigi e proclamò che Frida fosse ‘una surrealista creatasi con le proprie mani’. A Parigi Frida frequentò i surrealisti facendosi scortare nei caffè degli artisti e nei night club, tuttavia trovò la città decadente; sapeva che l’etichetta surrealista le avrebbe portato l’approvazione dei critici, ma le piaceva l’idea di essere considerata un’artista originale. Quello che può essere considerato il suo lavoro più surrealista è Ciò che l’acqua mi ha dato: immagini di paura, sessualità,memoria e dolore galleggiano nell’acqua di una vasca da bagno dalla quale affiorano le gambe dell’artista. In quest’opera così enigmatica sono chiari i riferimenti a Dalì soprattutto per l’insistenza sui dettagli minuti. Estremamente surreale è anche il suo diario personale, iniziato nel 1944 e tenuto fino alla morte, si tratta di una sorta di monologo interiore scandito da immagini e parole. Per molte immagini il punto di partenza era una macchia di inchiostro o una linea, come se usasse la tecnica dell’automatismo per verificare le sue nevrosi. In ogni caso, nonostante l’accento posto sul dolore, sull’erotismo represso e sull’uso di figure ibride, la visione di Frida era ben lontana da quella surrealista: la sua immaginazione non era un modo per uscire dalla logica ed immergersi nel subconscio, ma piuttosto il prodotto della sua vita che lei cercava di rendere accessibile attraverso un simbolismo. La sua idea di surrealismo era giocosa, diceva che esso ‘’è la magica sorpresa di trovare un leone nell’armadio, dove eri sicuro di trovare le camicie’’. Anni dopo Frida negherà violentemente di aver preso parte al movimento, forse perché negli anni quaranta questo cessò di essere di moda. Influenza culturale [modifica] Frida Kahlo è stata la prima donna latinoamericana ritratta su un francobollo degli Stati Uniti, emesso il 21 giugno 2001. L‘immagine scelta è un autoritratto dell‘artista eseguito nel 1933. La vita, passione e morte di Frida Kahlo sono state raccontate in due film: Frida, Naturaleza Viva (1986), diretto da Paul Deluc e interpretato da Ofelia Medina. Frida (2002), tratto dalla biografia scritta da Hayden Herrera, diretto da Julie Taymor e interpretato da Salma Hayek, che proprio grazie a questo film ha ricevuto una nomination all‘ Oscar come miglior attrice. Il film è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2002; ed in numerosi documentari: Evocación de Frida di Manuel Michel (1960) Frida Kahlo di Marcela Fernández Violante (1971) The Life and Death of Frida Kahlo di David e Karen Crommie (1976) Frida Kahlo di Roberto Guerra, Elia Hershon, Wibke von Bonin (1982) Frida Kahlo & Tina Modotti di Peter Wollen e Laura Mulvey (1983) Frida Kahlo: A Ribbon Around a Bomb di Ken Mandel (1992) Great Women Artists: Frida Kahlo di Dominique Mougenot (2000) Viva la Frida! di André Leduc (2001) The Life and Times of Frida Kahlo di Amy Stechler (2004) Frida Maestra, el arte al encuentro de la vida di Luisa Riley (2005) Siglo con Frida: Frida Kahlo, Un Homenaje nacional della Canal 22 Televisión Metropolitana (2007) Opere [modifica] Autoritratto - (1926) Ritratto di Alicia Galant - (1927) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico Ritratto di Miguel N. Lira - (1927) - Instituto Tlaxcalteca de Cultura, Tlaxcala L‘autobus - (1929) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico Autoritratto - (1930) Autoritratto con scimmia - (1930) - Albright-Knox Art Gallery, Buffalo (New York) Frida e Diego - (1931) - San Francisco Museum of Modern Art, San Francisco Ritratto di Eva Frederick - (1931) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico Ritratto di Luther Burbank - (1931) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico Ospedale Henry Ford (o Il letto volante) - (1932) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico Autoritratto al confine tra Messico e Stati Uniti - (1932) La mia nascita - (1932) Il mio vestito è appeso là (o New York) - (1933) Qualche piccola punzecchiatura - (1935) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico I miei nonni, i miei genitori e io - (1936) Autoritratto dedicato a Lev Trockij - (1934) - National Museum of Women in the Arts, Washington D.C. Frida e l‘aborto - (1936) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico Il piccolo defunto Dimas Rosas all‘età di tre anni - (1937) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico La mia balia e io - (1937) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico Ricordo - (1937) Ciò che ho visto nell‘acqua e ciò che l‘acqua mi ha dato - (1938) I frutti del cuore - (1938) Il cane itzcuintli con me - (1938) Quattro abitanti del Messico - (1938) Due Nudi nella Giungla (La Terra Madre) - (1939) - Collezione Privata Il suicidio di Dorothy Hale - (1939) - Phoenix Art Museum, Phoenix Le due Frida - (1939) - Museo de Arte Moderno, Città del Messico Autoritratto con collana di spine - (1940) Autoritratto con i capelli tagliati - (1940) - Museum of Modern Art, New York Autoritratto con scimmia - (1940) Autoritratto per il Dr. Eloesser - (1940) Il sogno (o Il letto) - (1940) Cesto di fiori - (1941) Io con i miei pappagalli - (1941) Autoritratto con scimmia e pappagallo - (1942) Autoritratto con scimmie - (1943) La novella sposa che si spaventa all‘aprirsi della vita - (1943) Retablo - (1943 circa) Ritratto come una Tehuana (o Diego nel mio pensiero) - (1943) Pensando alla morte (1943) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico Radici (1943) - Collezione privata Diego e Frida 1929-1944 - (1944) Fantasia - (1944) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico Il fiore della vita - (1944) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico La colonna spezzata - (1944) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico Ritratto di Donna Rosita Morillo - (1944) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico Il pulcino - (1945) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico La maschera - (1945) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico Mosè (o Il nucleo solare) - (1945) Ritratto con scimmia - (1945) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico Senza speranza - (1945) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico Il piccolo cervo - (1946) Autoritratto con i capelli sciolti - (1947) Albero della speranza mantieniti saldo - (1946) Il sole e la vita - (1947) Autoritratto - (1948) Diego e io - (1949) - Collezione privata L‘abbraccio amorevole dell‘universo, la terra, Diego, io e il signor Xolotl - (1949) Autoritratto con ritratto del Dr. Farill - (1951) Ritratto di mio padre - (1951) - Museo de Frida Kahlo, Città del Messico Perché voglio i piedi se ho le ali per volare - (1953) - Museo de Frida Kahlo, Città del Messico Autoritratto con Diego nel mio Cuore - (1953-1954) - Collezione Privata Autoritratto con Stalin (o Frida e Stalin) - (1954 circa) - Museo de Frida Kahlo, Città del Messico Il cerchio - (1954 circa) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico Il marxismo guarirà i malati - (1954 circa) - Museo de Frida Kahlo, Città del Messico

 
 
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