SOLDINI ARNALDO
 
ARTISTA OPERE MOSTRE IN ASTA
 

Soldini Arnaldo (Brescia, 1862 - 1936)

Biografia
Arnaldo Soldini (Brescia, 1862 – Val Trompia, 1936) si forma presso lo studio di Luigi Campini (1816-1883) a Brescia. Contemporaneamente si reca nella Val Trompia e nella Val Camonica, nei pressi del lago d’Iseo, per studiare il paesaggio dal vero.

È conosciuto dunque come uno dei principali paesaggisti del tardo Ottocento bresciano, molto legato alla figura di Luigi Lombardi (1853-1940).
Infatti, anch’egli pittore di Brescia e più grande di Arnaldo Soldini, lo incoraggia a dedicarsi al genere del paesaggio, per cui dimostra sin da subito una spiccata propensione.

Partecipa alle Biennali veneziane del 1887, del 1897 e del 1899, ma espone per diversi anni anche a Verona, Milano, Monaco e San Pietroburgo. I suoi soggetti prediletti sono le valli e le Alpi lombarde, il lago d’Iseo e le campagne bresciane, trattate con delicatezza tonale e sincero naturalismo.

Muore in un paesino della sua amata Val Trompia nel novembre del 1936. Diverse sue opere sono conservate presso il Museo Revoltella di Trieste.

Arnaldo Soldini: i paesaggi delle valli bresciane
La natura delle valli e dei monti del bresciano sono i principali motivi d’ispirazione per Arnaldo Soldini. Seguendo l’esempio dell’amico Luigi Lombardi, dipinge en plein air in Val Trompia e in Val Camonica.

Arnaldo Soldini utilizza un impasto denso e tonalità molto chiare che digradano delicatamente dai verdi dei prati ai bianchi della neve, ai grigi delle nubi e delle nebbie montane. Piccoli caseggiati appaiono qua e là nella tranquillità delle valli alpine o intorno al lago d’Iseo, spesso circondati dalla foschia invernale.

Realismo e tradizione
Uno schietto realismo emerge da tutti i suoi paesaggi, spesso realizzati con tagli arditi e ravvicinati, altre volte invece, pienamente rispondenti alla tradizione. Il periodo d’oro della pittura di Arnaldo Soldini va dagli anni Ottanta dell’Ottocento, fino agli anni Dieci del nuovo secolo, poi si fa anche più rada la sua partecipazione alle mostre.

Partecipa alla Biennale di Venezia del 1887 con Brinata e a quella di dieci anni dopo con Dopo la pioggia e Lago d’Arno in Val Camonica. Nel 1899 invece espone Paesaggio alpestre, una delle sue opere più famose, oggi conservata presso il Museo Revoltella di Trieste.

La stessa tela è stata presentata poi all’Esposizione Artistica di Verona del 1900 ed altre versioni dello stesso soggetto sono entrate in diverse collezioni private.

Si ricordano poi Tramonto, oggi nella Galleria d’Arte Moderna di Milano, Inverno, Rustico nel Trentino, Alba in montagna, Rustico in Valcamonica, Il Mella in Val Trompia, Una grandinata a 2000 metri.

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