WEINER LAWRENCE CHARLES
 
ARTISTA OPERE MOSTRE IN ASTA
 

Lawrence Charles Weiner (New York, 10 febbraio 1942 – New York, 2 dicembre 2021) è stato un artista concettuale statunitense.
Insieme a Sol LeWitt, Dennis Oppenheim e Joseph Kosuth fu uno degli esponenti principali dell‘arte concettuale. Dall‘inizio degli anni settanta Weiner realizzò grandi installazioni a parete.
Weiner indagò il sistema attraverso il quale il visitatore percepisce e interpreta il pensiero dell’artista. Per Weiner infatti, l’enunciato è sempre molto più importante della sua realizzazione e per questo le parole, in quanto significato, più rilevanti dell’oggetto in sé e la loro interpretazione come opera d’arte è affidata all’osservatore.
Lawrence Weiner, artista concettuale americano noto soprattutto per le sue installazioni pubbliche con parole e frasi enigmatiche e con elementi grafici, è morto il 2 dicembre all‘età di 79 anni. Era salito alla ribalta alla fine degli anni ’60, quando l’arte concettuale stava prendendo piede negli Stati Uniti, e faceva parte di una generazione di artisti che metteva in discussione i modi convenzionali di fare e mostrare arte.

All’epoca Weiner realizzava disegni a griglia, tele sagomate e interventi effimeri che cercavano di definere spazi pubblici. Poi, la mostra organizzata dal suo gallerista Seth Siegelaub al Windham College nel Vermont lo ha portato alla svolta che avrebbe plasmato la sua pratica per i successivi cinque decenni. Poiché ostruiva il loro percorso gli studenti dell’Università tagliarono lo spago che Weiner aveva disposto su un prato del campus per delimitare una griglia.

L’artista comprese che l’opera, «A SERIES OF STAKES SET IN THE GROUND AT REGULAR INTERVALS» (1968), avrebbe potuto essere efficace tanto quanto una serie di istruzioni per realizzarla. «Mi sono reso conto che finché puoi mostrare un ’opera, non è importante come lo fai», ha ricordato Weiner in un’intervista con gli Archives of American Art (AAA) della Smithsonian Institution nel 2018.

«L’hai realizzata, non l‘hai realizzata, l’hai corredata di una frase, non l‘hai corredata di una frase, tutto purché non sia un segreto». Questo ethos divenne il manifesto permanente dell’artista. Da allora in poi molte delle sue opere hanno seguito questa logica, con i suoi interventi testuali talvolta eseguiti da altri secondo precise direttive.

Spesso le parole delle opere fanno riferimento direttamente ai loro contesti, come gli interventi sui tombini di New York City con la frase «IN DIRECT LINE WITH ANOTHER & THE NEXT» o l’opera del 2008 installata all’esterno del Bass Museum di Miami Beach, «SHELLS USED TO BUILD ROADS POURED UPON SHELLS USED TO PAY THE WAY, AT THE LEVEL OF THE SEA».

I suoi lavori in gallerie e musei tendevano a riferirsi poeticamente alle relazioni tra persone, materiali, spazio e al passare del tempo, come «EARTH TO EARTH ASHES TO ASHES DUST TO DUST» degli anni ’70, che è nella collezione permanente del Guggenheim. Quando eseguiti in un Paese non di lingua inglese, i testi delle sue opere sono espressi sia in inglese sia nella lingua locale, sottolineando l’apertura e l’accessibilità della sua pratica artistica.

«Non so perché fossero così spaventati», ha ricordato Weiner, nell’intervista allo Smithsonian riferendosi al recepimento delle sue prime opere. «Ma quelle sono le stesse persone che ora organizzano le mie retrospettive». Tra il 2007 e il 2009 una grande retrospettiva itinerante del lavoro di Weiner ha toccato il Whitney Museum, il Museum of Contemporary Art di Los Angeles e il K21 Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen di Düsseldorf.

«Lawrence ha ottenuto il riconoscimento internazionale per l’uso del linguaggio come principale medium artistico», ha scritto Marian Goodman in una dichiarazione. «Ha delineato un nuovo approccio all’arte e ridefinito il ruolo dell’artista; le sue opere hanno dimostrato il potere del linguaggio in tutto il mondo». Weiner è nato a New York nel 1942 ed è cresciuto nel Bronx. Dopo essersi diplomato al liceo, ha viaggiato attraverso gli Stati Uniti per poi tornare a New York e realizzare la sua prima mostra con Siegelaub nel 1964.
Negli anni ’70 ha esposto regolarmente in istituzioni americane ed europee e ha partecipato sia a Documenta sia alla Biennale di Venezia del 1972. Nei decenni successivi ha esposto nei principali musei e in importanti gallerie in tutto il mondo, partecipando a quasi tutti i principali eventi dell’arte, tra cui la Whitney Biennial e la Istanbul Biennial nel 1995, e altre tre Biennali di Venezia (nel 1984, 2003 e 2013).
I suoi interventi testuali sono esposti al pubblico in città e istituzioni di tutto il mondo. «Tutto ciò che mi interessa è lavorare, perché questo mi dà una grande soddisfazione», ha dichiarato Weiner in un’intervista del 2019. «Quindi, se riesco a continuare a lavorare, avrò abbastanza grinta per andare avanti».

 
 
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